Le scorse settimane abbiamo parlato del benessere e di come esso sia strettamente connesso ai contesti sportivi e aziendali, che coincidono con quelli che sono i nostri servizi. Abbiamo poi proseguito il nostro percorso presentando le figure dello psicologo dello sport e dello psicologo aziendale.
La domanda ora potrebbe quindi sorgere spontanea: perché rivolgersi sia allo sport che alle aziende?
La risposta è che questi due mondi apparentemente opposti hanno molti più punti in comune di quello che si potrebbe pensare.
Andiamo ad analizzarli insieme, partendo dalla prestazione.
Sia gli atleti che i lavoratori devono eseguire una prestazione e, in entrambi i casi, tale prestazione gli consente di raggiungere un obiettivo o un risultato.
Naturalmente, nel caso degli atleti parliamo di una performance di tipo atletico, combinata ad aspetti psicologici, mentre nel caso dei lavoratori abbiamo principalmente prestazioni che richiedono un carico mentale, con le opportune differenze a seconda ovviamente del tipo di lavoro.
La prestazione, di qualunque tipo, ha delle caratteristiche ben precise: consiste in una combinazione dell’azione umana con i processi cognitivi. Quindi, sia nella performance sportiva che in quella lavorativa ci sono delle abilità mentali che risultano essere fondamentali per poter portare a termine il proprio compito con successo. Vediamone alcune!
In entrambi i mondi, le abilità mentali richieste dalle singole prestazioni dipendono dalla tipologia di sport o lavoro che si svolge.
Tuttavia, ci sono alcune abilità che, in maniera diversa, possono essere trasversali a qualsiasi disciplina sportiva e attività lavorativa: concentrazione, attenzione, presa di decisione, memoria, apprendimento, motivazione, ecc...
Facciamo qualche esempio.
Iniziamo analizzando l'apprendimento. All'inizio di un'attività lavorativa o sportiva, le persone devono imparare a svolgere i compiti richiesti o, nel caso dello sport, i gesti motori di base; per cui gli individui verranno guidati da un collega più esperto o dall’allenatore per apprenderli. Man mano che le abilità aumentano, atleti e lavoratori saranno sempre più in grado di svolgere le attività in autonomia, correggendo da soli i propri errori, in un’ottica di apprendimento continuo.
Strettamente connessa all'apprendimento troviamo la memoria. Nello sport, la memoria è implicata nella prestazione sportiva per tre aspetti: il ricordo dell’azione da eseguire, l’apprendimento e la presa di decisione. Nel contesto lavorativo la memoria viene utilizzata, ad esempio, per ricordarsi le procedure, le scadenze, gli appuntamenti, per prendere decisioni.
Un altro aspetto riguarda quindi la presa di decisione. Semplificando un po’ potremmo dire che gli atleti devono scegliere il gesto motorio e la tattica più funzionale per poter portare a termine la loro prestazione con successo, mentre i lavoratori devono prendere le decisioni più adeguate per portare l’azienda al successo.
Le prestazioni sono caratterizzate anche dagli obiettivi.
L'atleta utilizza il goal setting per definire gli obiettivi di ogni stagione agonistica attraverso una programmazione step by step (obiettivi a breve termine) che gli consente di organizzare le attività in modo preciso e strutturato e raggiungere l’obiettivo finale (obiettivo a lungo termine).
Ogni azienda organizza le attività definendo gli obiettivi da raggiungere ogni anno (obiettivi a lungo termine), scandendo le scadenze (step by step) e le mansioni da portare a termine progressivamente (obiettivi a breve termine). In questo modo i lavoratori organizzano il proprio lavoro sulla base degli obiettivi prefissati.
In entrambi i contesti un ruolo importantissimo viene svolto dai leader. Sia gli atleti che i lavoratori sono guidati da allenatori o capi, che danno le indicazioni necessarie per raggiungere gli obiettivi.
L'allenatore e lo staff tecnico svolgono la funzione di guida in quanto aiutano il proprio team nel raggiungere gli obiettivi prefissati ad inizio stagione. Nello sport di squadra il ruolo del leader (che spesso coincide con il capitano) è importantissimo per orientare il proprio gruppo verso la rotta.
I manager a capo di un team svolgono la funzione di leader, in quanto hanno il compito di guidare la propria squadra e aiutarli nel raggiungimento degli obiettivi.
Sia nel contesto aziendale che nel contesto sportivo, il leader deve essere in grado di comunicare efficacemente e deve possedere una buona intelligenza emotiva per riuscire a gestire le emozioni del gruppo e degli individui.
Lo sport e il lavoro sono due ambienti caratterizzati dalla socialità, ovviamente con opportune differenze a seconda delle discipline.
In generale, nella maggior parte dei casi atleti e lavoratori hanno a che fare con uno staff, un capo, un allenatore, una squadra, o comunque è necessaria un qualunque tipo di interazione con altre persone.
Di conseguenza, è importante che tutte le figure coinvolte in questi contesti abbiano delle buone capacità di comunicazione, siano in grado di lavorare in team sapendo sfruttare le potenzialità di ognuno, abbiano in programmazione delle attività di team building che permettono di migliorare la prestazione di squadra, riescano a gestire in maniera efficace i conflitti che inevitabilmente possono insorgere.
Un ulteriore aspetto in comune riguarda la gestione emotiva e dello stress.
Sport e lavoro sono due contesti in cui, a causa delle caratteristiche di cui abbiamo discusso sopra, richiedono una buona gestione emotiva da parte di atleti e dipendenti.
Sono numerosi gli aspetti che possono influenzare lo stato emotivo e il livello di stress degli individui: le aspettative delle persone che ci circondano che possono metterci pressione, la complessità dei compiti da svolgere, tempistiche ristrette, una gestione dell'errore poco funzionale che può generare stress psicofisico, clima non favorevole e non supportivo alla motivazione, relazioni con gli altri poco funzionali o soddisfacenti.
Infine, l'ultimo aspetto in comune è il benessere psicofisico, argomento di cui abbiamo parlato in due altri nostri articoli.
É evidente, proprio per tutti gli aspetti che abbiamo trattato sopra, che questi due contesti possono mettere a dura prova il benessere psicofisico di atleti e lavoratori. Dal momento che è stato dimostrato che il benessere psicofisico in entrambe le realtà è associato a un maggior successo, una maggiore motivazione, soddisfazione, apprendimento e produttività, risulta sempre più evidente come la sua tutela dovrebbe essere un interesse centrale di aziende e società sportive.
E voi ci avevate mai pensato?
Rimanete connessi perché la prossima settimana parleremo di life skills, ovvero l’insieme di competenze che ci aiutano ad affrontare positivamente le richieste e sfide della vita quotidiana, potenziando quindi il nostro benessere.
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